500 anni di guerre contadine: dalla rivolta all'era del capitalismo agrario!
Scopri come vengono influenzate oggi le rivolte contadine storiche e quale ruolo svolgono il turismo e il capitalismo agrario.

500 anni di guerre contadine: dalla rivolta all'era del capitalismo agrario!
Nel 2025, la società ha una lunga storia di rivolte contadine, che hanno svolto un ruolo cruciale nel panorama politico degli ultimi 600 anni. L'articolo di Georg Seesslen su Freitag esamina il complesso rapporto tra agricoltori e vari movimenti politici e sottolinea la fluidità del termine “agricoltore”. Originariamente definito come qualcuno che vive in un territorio e coltiva cibo, nel XVIII secolo il ruolo del contadino venne sempre più equiparato al termine "agricoltore". Questo sviluppo dimostra che gli agricoltori non sono una classe omogenea; vanno dal povero al ricco, dal potente all'impotente.
Storicamente il ruolo dei contadini è stato spesso l’obiettivo delle lotte di potere tra forze feudali e capitaliste. I movimenti politici che tentarono di appropriarsi delle guerre dei contadini includevano marxisti, nazisti e vari movimenti conservatori e liberali. Gli agricoltori sono solitamente legati alla loro terra e combattono per la propria esistenza economica e la propria libertà. Tuttavia, la società rurale è caratterizzata da instabilità, che spesso porta a pressioni per migrare verso città o colonie.
Le cause delle rivolte e del malcontento
Gli agricoltori dovettero rinunciare a gran parte del raccolto e dei guadagni e fornire servizi manuali. Questi vincoli economici furono rafforzati dalla servitù della gleba e dai diritti associati delle famiglie regolamentate. Un esempio di ciò è la “tassa sulla morte”, che richiedeva che la famiglia di un contadino deceduto lasciasse i migliori vestiti e il miglior capo di bestiame al proprietario. Molti contadini vivevano in una situazione in cui non avevano quasi alcun diritto e dovevano obbedire al proprietario terriero. Decisioni come il cambio di residenza o il matrimonio richiedevano il permesso del proprietario, il che portava frustrazione.
Il 2015 è stato l’anno in cui Martin Lutero ha pubblicato la sua famosa opera “Sulla Freyheith dell’uomo cristiano”. Molti contadini interpretarono le dichiarazioni di Lutero come un sostegno alle loro richieste per la fine della servitù della gleba, ma si trattava di un malinteso. Lo stesso Lutero non vedeva le richieste secolari come basate sulla Bibbia e sosteneva l'obbedienza ai maestri. Al contrario, il riformatore Ulrich Zwingli considerava la Bibbia la base della vita cristiana e sosteneva che le persone avrebbero potuto deporre le autorità se avessero violato le norme bibliche.
Unità e disunità tra gli insorti
L'insoddisfazione dei contadini portò nel 1525 alla formazione di un movimento, che si riunì a Memmingen in marzo per formulare i “Dodici Articoli”. Questi articoli, che riassumevano le richieste dei contadini, furono notevolmente influenzati da Christoph Schappeler, uno studente di Zwingli. La richiesta centrale era l’abolizione della servitù, che era vista come servitù. Altre richieste includevano il diritto alla libera scelta del sacerdote, migliori condizioni di vita e l'abbandono del lavoro forzato eccessivo.
Le reazioni dei signori a queste richieste furono per lo più caratterizzate da incomprensione e ironia. Hanno mostrato poca volontà di unificarsi, il che ha portato all’emergere di conflitti interni tra gli insorti. Alla fine, la Grande Guerra dei Contadini tedeschi, iniziata nel 1524, si concluse tragicamente perché gli insorti finirono per combattere gli uni contro gli altri e non furono in grado di dimostrare una strategia unitaria.
Nel corso dei secoli il ruolo degli agricoltori è cambiato radicalmente. Il rinnovamento militante e politico portò alla creazione di movimenti che contenevano elementi sia riparatori che reazionari. Queste tendenze alla fine portarono al nucleo del nazionalsocialismo. Anche le successive modernizzazioni del dopoguerra contribuirono al declino dei contadini e modificarono definitivamente le comunità rurali. Resta da vedere se l’insoddisfazione per le decisioni politiche e la lotta contro la distruzione industriale siano compagne costanti nella storia degli agricoltori.
Le figure di spicco delle più recenti rivolte contadine provengono spesso da proprietari terrieri o capitalisti agrari, il che rivela anche collegamenti con gli estremisti di destra. L'articolo di Seesslen riassume che è storicamente impegnativo identificare un costante movimento di libertà e resistenza nelle rivolte contadine, evidenziando la complessità e la diversità del movimento contadino. Le sfide che gli agricoltori devono affrontare sono ancora attuali e la loro lotta per la libertà economica e la giustizia sociale è un argomento ancora aperto.
Per approfondimenti sulla storia delle guerre dei contadini si consigliano gli articoli su Venerdì E Conoscenza del pianeta.