Le Isole Baleari fermano gli influencer: una rivolta contro il turismo di massa!

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Le Isole Baleari fermano l'influencer marketing per combattere il turismo di massa e i problemi ambientali. Le proteste aumentano.

Baleareninseln stoppen Influencer-Marketing, um Massentourismus und Umweltprobleme zu bekämpfen. Proteste nehmen zu.
Le Isole Baleari fermano l'influencer marketing per combattere il turismo di massa e i problemi ambientali. Le proteste aumentano.

Le Isole Baleari fermano gli influencer: una rivolta contro il turismo di massa!

Le isole Baleari di Maiorca e Ibiza hanno deciso di porre fine all'uso degli influencer dei social media per promuovere le destinazioni di viaggio. Questa decisione è una risposta diretta ai crescenti problemi ambientali e di congestione causati dal cosiddetto “turismo dei selfie”. Forte No Lo scopo di questa misura è quello di ridurre la pressione sulle località turistiche più rinomate, promuovendo invece quelle meno frequentate. Ma invece di ridurre al minimo i flussi di massa, le folle di turisti si sono espanse verso aree remote ed ecologicamente sensibili come la baia di Caló des Moro. Questa baia, originariamente destinata a circa 100 persone, è stata invasa ogni giorno da circa 4.000 visitatori.

Attivisti e autorità locali stanno reagendo con veemenza alla situazione. Il sindaco di Caló des Moro ha invitato i giornalisti e gli operatori turistici a non menzionare più la baia. Poiché il sovraffollamento è diventato insopportabile, le autorità locali hanno rimosso anche le immagini di questa baia dal loro sito web. Allo stesso modo, l’accesso ai punti panoramici più famosi, come Es Vedrà a Ibiza, è stato chiuso a causa di problemi di rifiuti e sovraffollamento. Overton riferisce delle proteste in corso in Spagna contro le conseguenze negative del turismo di massa, in particolare l'aumento dei costi abitativi e le condizioni crudeli subite dai residenti nelle zone di villeggiatura.

Proteste contro il turismo di massa

Nelle ultime settimane le proteste contro il turismo di massa in Spagna si sono fatte più intense. Un fine settimana, decine di migliaia di persone hanno manifestato alle Isole Canarie con slogan come “Il turismo di massa ci rende senza casa” e “Le Isole Canarie non si possono comprare”. Queste proteste sono una risposta alle inevitabili conseguenze, come gli affitti elevati degli alloggi, che possono superare i 1.000 euro per una stanza, così come l’aumento dei rifiuti, la mancanza d’acqua, il caos del traffico e il rumore, che influiscono in modo significativo sulla vita quotidiana dei residenti originari.

Una protesta particolarmente creativa ha avuto luogo a Caló des Moro, dove 300 residenti hanno occupato la baia per attirare l'attenzione sugli enormi problemi. Tuttavia, questa azione è stata sciolta in quanto non autorizzata dalla Guardia Civil paramilitare. Gli organizzatori hanno criticato l'interruzione del loro raduno pacifico e la limitazione dei loro diritti fondamentali, mentre l'avvocato Toni Bennàssar ha sottolineato che per tali raduni non è necessario alcun permesso, ma solo una notifica.

Le lamentele sul turismo di massa non si limitano alle Isole Baleari. Proteste simili si possono osservare anche in molte altre città della Spagna, come Barcellona, ​​Madrid e Siviglia. Nel prossimo periodo sono previste ulteriori manifestazioni su larga scala contro queste pratiche il 21 luglio e il 27 settembre.

In sintesi, gli sviluppi nelle Isole Baleari e le proteste in tutta la Spagna mostrano chiaramente che il turismo di massa non solo rappresenta una sfida economica, ma mette anche seriamente in pericolo le preoccupazioni sociali ed ecologiche. I cittadini chiedono un’azione urgente sugli affitti e sull’inquinamento mentre il turismo continua ad esplodere. Nel 2023, la Spagna ha registrato un anno record con 347,1 milioni di pernottamenti in albergo, sottolineando l’urgenza del problema.

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